Profondi e scuri sono i boschi e belli
Profondi e scuri sono il rosa della rosa, il rosso dei papaveri, il violaceo della lavanda di Ettore Goffi. Sono i fiori a lui più cari: tra loro splende di vita l’intero giardino dell’umanità, nella sua nobile semplicità!
Quand’era ragazzo, appena “spiccò il volo” per allontanarsi dal nido famigliare, con gli amici, in bicicletta, scoprì la purezza di una località sperduta nella brughiera bresciana, lontana dall’interesse contemporaneo. L’ambiente, che interpretò sulla tela, si presentava così.
All’epoca Ettore Goffi imparò a memoria dei versi, insegnatogli dallo zio Eugenio, che lo affascinarono molto. Sebbene ignorasse del tutto il poeta che li scrisse li trovò suggestivi per raccontare l’ambiente incontaminato di queste betulle. Eccoli:
profondi e scuri sono i boschi e belli,
ma ho promesse da mantenere
e miglia da percorrere, prima di dormire,
e miglia da percorrere, prima di dormire.
Sono l’incantevole chiusura di una poesia di Robert Frost
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