Risposta sociale
La risposta sociale dell’arte non rimane “sospesa” nel vento (come cantava Bob Dylan nel famosa Blowin’ in the Wind) quando viene coltivato il talento. Certo va esercitato con durissima autodisciplina, lavoro e dedizione. Spesso il prezzo da pagare è altissimo, come testimonia l’intera esistenza di Van Gogh, ma la sua risposta sociale, così, è sublime nei secoli dei secoli, una risposta sociale molto più efficace, con la sua ricerca di bellezza assoluta, di qualsiasi predicazione etico / morale a cui aspirava inizialmente lo stesso Vincent.
E’ una conferma che basta coltivare fino in fondo il talento ricevuto per adempiere alla nostra missione sociale. Ma… nella massima onestà d’azione creativa!
“La bellezza senza la verità e il bene è solo un idolo”.
Vladimir Sergeevič Solov’ëv (Mosca, 1853 – Uzkoe, 1900), filosofo, teologo, poeta e critico letterario russo.
“Nell’arte l’anima di un’epoca non si mette mai la maschera”.“… il massimo individualismo e il massimo collettivismo dissolvono l’autentica personalità e la vera socialità, facendole divenire massa uniforme o anarchia” .
Hans Sedlmayr (Szarvkő, 1896 – Salisburgo, 1984), storico dell’arte austriaco nato in territorio ungherese. L’arte moderna, così diabolica un’interessante riflessione di Hans Sedlmayr
“L’arte ridiventerà cosa viva, cosa del popolo, se scende dalle sue soffitte scambiate per soggiorni di dei e partecipa alla vita del popolo: se diventa servizio, come la scienza, come l’economia, come la politica”.
Igino Giordani (Tivoli, 1894 – Rocca di Papa, 1980), scrittore, giornalista e politico italiano, direttore della Biblioteca Apostolica Vaticana e cofondatore del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.
“… d’amore è la sorgente di ogni esperienza estetica”.
Erwin Panofsky (Hannover, 1892 – Princeton, 1968), storico dell’arte tedesco naturalizzato statunitense.
“Chi ha scelto il destino d’essere artista perché si sente diverso, ben presto impara che non fruirà della propria arte e della diversità stessa se non cerca la similitudine con gli altri. L’artista si forgia in questo perpetuo andirivieni tra sé stesso e gli altri, a mezza strada tra la bellezza (dalla quale non può astrarsi) e la società (dalla quale non può strapparsi)”.
Albert Camus (Mondovi, 1913 – Villeblevin, 1960), scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo e attivista francese.
“La vita umana comincia con l’esperienza cosciente della bellezza. In paleontologia si ha la convinzione che i reperti siano da attribuire ad uomini come noi, se mostrano una ricerca estetica. Trenta mila anni fa le pitture rupestri esaltano già questo senso dei nostri antenati. Nonostante la mancanza di testimonianze dirette, siamo certi che la danza, la musica e tutte le manifestazioni della festa risalgono anch’esse alle origini dell’umanità, senza dimenticare gli indumenti, i gioielli, i profumi, i trucchi e quant’altro riguardasse le “armi” della seduzione, comuni agli esseri viventi, vegetali o animali che fossero.”
La bellezza in tante sue manifestazioni concrete è stata accaparrata dai ricchi, ricchi di soldi o di cultura. Allora logicamente quando interviene una crisi economica, la prima cosa che si fa, per una visione errata del sociale, è di risparmiare sull’educazione e su quanto ha che fare con l’arte e la cultura.
E’ un tremendo controsenso perché l’Umanità comincia con la coscienza della bellezza. È vero che la cultura e l’arte sono un omega dell’Umanità nel senso che la bellezza non ha mai detto la sua ultima parola, e che ci sarà sempre una novità da scoprire, una maturazione da fare; ma è più vero che la bellezza è l’alfa dell’Umanità, e che un tempo di crisi è il momento più giusto per investire in cultura e nell’arte”.
Michel Pochet, (Auribeau-sur-Siagne, 1940) pittore e scrittore contemporaneo
“La creazione continua incessantemente attraverso la mediazione degli uomini, l’uomo non crea: scopre e parte da questa scoperta.
Chi cerca le leggi della natura per conformare ad esse opere nuove collabora con il Creatore. Chi copia non collabora. Per questo motivo, l’originalità consiste nel tornare alle origini”.
Antoni Gaudí y Cornet (Reus, 1852 – Barcellona, 1926), architetto spagnolo.
“Segni, segni nello spazio,
sogni, sogni nel tempo
custodite in noi l’incanto e…
che sia ormai riflesso
nel nostro sguardo.”
Ettore Goffi, Timisoara 29 maggio 2005
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