Posted on Agosto 27, 2022
unmanifestopergenova serve a riCORdare qui una tragedia scioccante per l’Italia intera. Partecipai immediatamente all’iniziativa rispondendo all’appello di solidarietà a favore della città ferita a morte.
Acquista il mio manifesto
La mia Genova, mista su tela, cm 70×50
11,37/38: una scossa alla natura che crolla nel baratro di un istante tetro di morte.
11,39: accanto al vortice assordante d’acqua e sangue… guizzano leggeri pesciolini azzurri. Creste d’onda riflettono bianche nubi che, in lontananza, danno ali a un ponte di Speranza. (Ettore Goffi)
Posted on Aprile 23, 2022
Chiudendo in bellezza la suggestiva serata Dialogo con Leonardo Becchetti su Economia Civile e di Comunione – tenutasi ad Alba il primo ottobre 2021 in occasione di “Alba, capitale della Cultura d’Impresa” – il prof. Becchetti, dopo l’intervento di Ettore Goffi, ha manifestato il suo pensiero con entusiasmo, parlando a braccio, in questi termini:
L’ultima battuta la voglio fare sull’arte. Noi siamo cercatori di senso. Qual’è il prodotto, qual’è l’industria che produce significato? La cultura, il mondo della cultura. Quando noi diciamo artigianale, che cosa vuol dire, che cosa stiamo dicendo? Che noi stiamo mettendo dentro un prodotto di massa qualcosa di artistico, quel qualcosa di artistico ne fa lievitare il valore. L’uomo è cercatore di senso. Nei prodotti che usa cerca dei significati. Ripeto, l’arte, e la cultura, è anche il segreto per creare valore, è anche un segreto dell’Italia metterlo dentro nei propri prodotti, che non devono essere prodotti di massa, ma devono essere prodotti che contengono storie e significati. Se ce l’hanno valgono anche di più e si venderanno anche meglio.”
E il presidente di AIPEC, Livio Bertóla, alternandosi con l’illustre professore, come fosse un contro canto, ha precisato:
“L’imprenditore è un artista e viceversa un pò come i nostri avi che erano artigiani. E’ una vocazione bella, ma intesa in senso laico, non tanto religiosa o spirituale. Luigi Einaudi distingueva l’imprenditore, che vive per generare benessere e valore, dallo speculatore che prende solo ma rimanendo infelice poverino.”
E Becchetti ha incalzato:
“l’imprenditore e l’artista creano valore, fanno la stessa cosa. Trovano degli ingredienti grezzi nel mondo, li organizzano in modo tale che assumano un valore, è la stessa cosa. E loro sono contenti di generare qualcosa di buono per gli atri, il valore è generativo… I soldi vengono dopo, sebbene il valore, com’è noto, serva per una serie di cose che poi sono importanti nella vita.
Qui vengono consegnate, come dono-simbolo dell’alleanza tra artisti ed imprenditori, tre opere di Ettore Goffi realizzate insieme a HT ITALIA – Bertola
ASSESSORE Cirio Giuliana con BASTA IL POCO DI TANTI
don Renato Chiera e ASSESSORE Cirio Giuliana
Livio Bertola, Leonardo Becchetti PESCI FLUENTI
Panoramica con le tre opere donate
Posted on Dicembre 31, 2020
EFFETTO FARFALLA SU FIORI RECISI
La luce vola nell’infinito cielo… Quanti fiori recisi – umili margherite, nobili rose – sprigionano i suoi bagliori.
La loro radice, al centro, spande come miele stillato il Suo profumo di gratitudine. Fiori recisi, croce di steli… gloria svelata sul pianto di troppi affetti recisi!
Come saranno, dove saranno, quando saranno le loro vite? Suggeriscilo tu effetto farfalla!
Ettore Goffi 27 dicembre 2020
Effetto farfalla su fiori recisi, mista su tela, cm 64×60
Posted on Dicembre 8, 2020
Profondi e scuri sono il rosa della rosa, il rosso dei papaveri, il violaceo della lavanda di Ettore Goffi. Sono i fiori a lui più cari: tra loro splende di vita l’intero giardino dell’umanità, nella sua nobile semplicità!
Quand’era ragazzo, appena “spiccò il volo” per allontanarsi dal nido famigliare, con gli amici, in bicicletta, scoprì la purezza di una località sperduta nella brughiera bresciana, lontana dall’interesse contemporaneo. L’ambiente, che interpretò sulla tela, si presentava così.
Le betulle, olio su tela, cm 80×60
All’epoca Ettore Goffi imparò a memoria dei versi, insegnatogli dallo zio Eugenio, che lo affascinarono molto. Sebbene ignorasse del tutto il poeta che li scrisse li trovò suggestivi per raccontare l’ambiente incontaminato di queste betulle. Eccoli:
profondi e scuri sono i boschi e belli,
ma ho promesse da mantenere
e miglia da percorrere, prima di dormire,
e miglia da percorrere, prima di dormire.
Sono l’incantevole chiusura di una poesia di Robert Frost
Betulle al chiaro di luna, mista su tela, cm 100×90
Posted on Novembre 18, 2019
spazio off Brescia per rimanere accesi con il cervello naturale, il più bel giocattolo dell’umanità vivente…
DAL 22 OTTOBRE 2019 AL 22 GENNAIO 2020. https://www.facebook.com/spazioff/
Un giocattolo che non sviluppa la sua infinita potenzialità scrivendo solo con una tastiera e leggendo solo attraverso uno schermo che… ci scherma. Letteratura, pensiero, forme e colori sulla carta, sulla tela tornate a casa, per favore… dove siete? Tornate a interpretare il bello nel brutto! La rete ci risucchia nei suoi mulinelli …
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PLAYING with the water olio su tela cm 100×80
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PLAYING with the sky, mista su tela, cm 100×80
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PLAYING with the earth olio su tela cm 120×80
La scrittura a mano è sostituita dalle tastiere digitali, usate da bimbi sempre più piccoli e disinvolti, a scuola, a casa, per strada… l’iper connessione, tuttavia, sembra inversamente proporzionale alla propensione al dialogo pacato, costruttivo e arricchente con il diverso da sè. L’essere umano contemporaneo in formazione sviluppa ancora quell’intelligenza divergente creativa di cui la natura lo ha dotato? L’interrogativo ha una sua logica legittima se i produttori stessi di C.A. (Cervelli Artificiali) limitano a pochissime ore il tempo di esposizione dei propri figli alle risorse tecnologiche… Sembra che il loro abuso sia una minaccia pericolosa per il genere umano e la sua creatività unica e irripetibile.
Ai nostri giorni la scrittura a mano potrebbe essere una materia preziosa nella scuola dell’obbligo, di ogni ordine e grado – a partire dall’infanzia! – per contrastare l’impoverimento linguistico causato dall’abuso sconsiderato del virtuale. Certe produzioni comunicative delle nuove generazioni, scritte ed orali, scolastiche ed extra scolastiche, sono talmente limitate che molte persone, ormai, parlano di “analfabetismo comunicativo-linguistico”, almeno quelle oneste… Una comunicazione poco originale, piuttosto banale, i cui termini sono sempre più appiattiti e, in ogni caso, brutalmente contratti. E pensare che… secondo Ocavio Paz la decadenza di un popolo inizia dalla propria lingua. Come non ringraziare Luis Sepúlveda, inoltre, il quale sentiva che la patria non era il luogo in cui uno nasceva bensì la propria lingua?
Alcuni esperti di diagnosi e recupero di bambini e adolescenti con difficoltà di letto-scrittura denunciano un fenomeno evidente: nelle scuole medie e superiori contemporanee sempre meno ragazzi sanno scrivere in corsivo, divenuto desueto in favore di un “raddrizzamento” delle lettere, più vicine, nella loro composizione visiva, a quanto si è abituati a vedere nella pubblicità e nella grafica. Probabilmente perché la scrittura è stata intesa sempre parcellizzata per quel che competeva le professioni a essa riconducibili: amanuensi, tipografi, calligrafi, type designer, grafologi e grafici. Eppure nelle scuole dei Paesi nord europei si torna alla carta e alla penna evitando, opportunamente, l’abuso degli schermi.
Insomma, il cervello naturale dell’essere umano sembra sviluppi tutte le sue potenzialità solo evitando l’abuso di schermi e tastiere decisamente invadenti e capaci di deformazioni precoci. Si sviluppa meglio quando non cade nella trappola della cosiddetta “comfort zone”, come evidenziato già nel 2014 da Manfred Spitzer
Posted on Maggio 8, 2019
Igino Giordani (24.9.1894 – 18.4.1980) si racconta così, all’inizio di un’avventura che visse con intensità di pensiero e ardore d’ideali (sarà chiamato “Foco”).
“Entrato nel nuovo secolo e nelle elementari, precisamente nel 1901, mio padre mi assunse al lavoro, come garzone muratore, nei giorni liberi e nelle vacanze estive… Il mestiere mi piaceva, e ardevo di diventare autonomo. Ci vedevo un lato etico e uno eroico…”
Grazie all’intervento di un benefattore aveva potuto studiare. Laureato in lettere esercitò diverse attività professionali: fuori dall’insegnamento per le restrizioni politiche, andò in USA per studi da bibliotecario, e come tale si impiegò alla Vaticana. Per sostenere la famiglia – ebbe quattro figli -, ma anche in forza di una incomprimibile vocazione alla penna, fu scrittore e giornalista fecondissimo: al suo attivo migliaia di articoli, qualche centinaio di opuscoli e saggi, oltre cento volumi. Scrisse di patristica, apologetica, ascetica, agiografia, ecclesiologia, politica ed anche narrativa. Le opere che seguono sono ispirate proprio alla sua bella e agile penna narrativa.
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Luce nella città murata, acrilico su tela, cm 100×80
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Storia… mista su tela cm 47×37
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di Light mista su tela cm 47×37
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La panchina innevata, mista su tela, cm 70×50
Storia di Light è un racconto di Igino Giordani ancora inedito nella sua versione integrale. Narra l’esperienza di Chiara Lubich con i suoi primi seguaci affascinati dalla scoperta di un ideale magnetico che nessuna bomba poteva far crollare: il Vangelo vissuto alla lettera, almeno come tensione esistenziale confermata, comunque, dai molti frutti che portava, come opportunità di una nuova socialità fondata sulla Parola di Vita.
Questa scrittura di Igino Giordani, (pubblicata a puntate sulla rivista “Nuova Umanità”), si è rivelata fonte d’ispirazione per questi dipinti di Ettore Goffi.
Igino Giordani ebbe un suo personalissimo timbro nel battersi per grandi traguardi umani: libertà, giustizia sociale, pace. Testimoniò con la vita e proclamò con la penna la sua coerenza cristiana. Come politico visse una prima esperienza negli anni ’20 con don Sturzo, del quale si guadagnò la stima, ricevendo incarichi nel settore della stampa; riprese poi con De Gasperi e dal 1946 al 1953 fu prima tra i costituenti e poi “deputato di pace” (così amò definirsi). Nel settembre del 1948 incontrava Chiara Lubich. Colpito dalla forte spiritualità del Movimento dei Focolari, vi aderì subito, collaborando a metterne in luce alcuni aspetti sia interiori che di socialità, tanto da essere considerato un confondatore.
http://www.iginogiordani.info/
Posted on Aprile 30, 2019
Frumento e Fiordalisi per tutti, acrilico su tela, cm 70×50. Ettore Goffi – e i piccoli aiutanti collaboratori, Riccardo, Fiorenza, Gaia – per FAME 0 SHOW 2019 (MN)
Qualcuno ha percepito un’atmosfera francescana nell’immagine dipinta. E’ per il cromatismo del campo che richiama il colore del saio indossato dai frati? O per la dinamica del “Cantico delle creature” in cui nessuna, fra loro, può morir di fame? L’opera d’arte, per dirla con Umberto Eco, rimane sempre aperta…
La sapienza orientale, comunque, ci incoraggia ad attingere alle sorgenti profonde della bellezza, decisiva per soddisfare la fame e la sete di giustizia insita nell’uomo, il suo bisogno di senso. Essa ci esorta a riservare addirittura due pani per i poveri: uno per sfamarli e uno per venderlo e acquistare un fiore perché anch’essi hanno diritto alla bellezza. E’ l’invito alla sobrietà reciproca, una pratica bella che, condivisa, salva tutti noi insieme alla Madre Terra. Non si vive, infatti, di solo pane…
Posted on Marzo 11, 2019
Insieme al carmelo per esporre “…D’ABBRACCIO ALLUMATI” , rappresentazione tridimensionale, smalto e olio su ferro e alluminio modellato, cm 40×26 di base, cm 110 di H, cm 70×50 di profondità.
ACCESI DA UN ABBRACCIO, LAMA DI LUCE CALATA NEL BUIO…
QUANTA ENERGIA PURA NELL’ARMONIA DI UN ABBRACCIO! SPERANZA SICURA DI UN LEGAME SINCERO.
VINCOLO CALDO DI PACE A FORMARE UN “NOI”.
BANDIERA SVETTANTE DI COLORI A SIMBOLEGGIARE UNITA’ DI POPOLI.
Opera che esalta la relazione interpersonale è dedicata soprattutto ai giovani, d’età e di spirito: per il loro pensiero critico attento a non cadere nel torpore del “sonno della ragione”, per il loro carattere benevolo e schietto, per la loro affettività libera, prudente e vera.
astratti
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01 …d’abbraccio allumati
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02…d’abbraccio allumati
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03…d’abbraccio allumati
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04…d’abbraccio allumati
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05…d’abbraccio allumati
Insieme al carmelo per imparare la comunione creativa, un’esperienza di progresso sociale auspicabile in ogni tempo
LAB/AC Laboratorio de Arte en Comunión
VERANO 2014
CARMELITAS DESCALZOS Plaza de Carmelitas Descalzos, 0 – Toledo SPAGNA
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E. Goffi XXXIII canto del Paradiso di Dante
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2 E Goffi LAB:AC con S. GAROCHE e I. LLAMAS
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3 E Goffi LAB:AC spazio per la Donna mia
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4 E Goffi LAB:AC spazio a dx della Donna mia
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5 E Goffi LAB:AC spazio a sx della Donna mia
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6 E Goffi LAB:CA scala per il Tabor
Posted on Agosto 24, 2017
insieme ad Andrea Barretta, che introduce cosi il saggio poetico di Ettore Goffi La bellezza dischiusa, Prinp Editore, Torino, 2015. E’ un saggio in cui etica ed estetica si tengono per mano…
Fatto anomalo dell’arte contemporanea è quello di un artista che s’interroga sulla bellezza e, badate bene, non con riferimento a un’estetica banalizzata da motivazioni di gusto o di moda, ma a quell’essenziale obiettivo di guardare un’opera d’arte senza l’ausilio della parola. E’ il paradosso – attuale in un dibattito culturale – che mette in campo Ettore Goffi nella dicotomia dell’artista che diventa scrittore o, se vogliamo, il contrario, non in una divisione contrapposta ma nel valicare pagine di un libro per andare oltre e approdare nello spazio che rende visibile l’immagine a dilatare il pensiero, dove appare evidente anche la dualità tra definizione di arte e l’esercizio della bellezza che possa competere con il configurarsi di una necessaria presenza dell’estetica.
Sono importanti i riferimenti a ricomporre un’angolazione utile a rintracciare una ricognizione attraverso le suggestioni e le potenzialità della bellezza esercitate nella radicalità linguistica lontana dallo star system che avanza nell’affogare l’arte in un mercato fatto di stereotipi a sradicare i tradizionali rapporti tra meraviglia e stupore, immaginazione e seduzione. Non a caso Ettore Goffi pone un diverso punto di vista che affiora nell’autorialità usata per ridefinire un’attesa: quella di riconoscere il passato per entrare nel futuro, nell’attualità in cui operare senza egocentrismi che corrodono l’anima e le nuove generazioni nella precarietà. E prima o poi dovremo pur affrontare l’adeguamento a essere “immunizzati da occhi nuovi” e a dare all’arte “un significato antropologico e sociale” cui assegna una “soggettività personale” nel tentativo “mai pienamente compiuto, di dare forma estetica” all’ispirazione, perché a dirla con Saba, l’opera d’arte è sempre una confessione.
Goffi, allora, cerca di entrare nella condizione dell’artista scrittore e di trovare un’intesa con l’alchimia tra arte e bellezza, ma anche – appunto – tra società e quotidianità, accennando a temi forti che un breve saggio necessariamente non approfondisce e per questo lascia alcune domande al lettore per una riflessione singolare, ma chiede di fare memoria del “vedere” e del “guardare”, per quanto è intorno a noi affinché arrivi al cuore. E’, insomma, il richiamo principale di tutta la sua dialettica che orchestra in una sorta di caccia al tesoro per raggiungere l’incanto epifanico del “giusto criterio delle realizzazioni”, come dettava Giovanni Paolo II in riferimento all’arte. E ci dà un indizio fondamentale – per uscire da qualsiasi dubbio – nel citare lo scrittore austriaco Karl Kraus, quando afferma che “il vizio e la virtù sono parenti, come il carbone e i diamanti che hanno per base comune il carbonio”.
Ettore Goffi intende provocare nel lettore quell’emozione che, avvisa, ci sarà solo se riusciamo a sospendere “le mille distrazioni e preoccupazioni di cui siamo succubi abitualmente”, perché “il contatto con l’intera umanità nutre e dà forma all’ispirazione artistica”. E come non essere con lui, con il nostro autore, se poi convoca in una chiamata allo splendore, alla magnificenza, all’incanto, con la pittura di Van Gogh, la musica di Beethoven e la scrittura di Dante?
Pur sapendo, tuttavia, che ogni sistema contiene delle contraddizioni è indubbio, seguendo questo percorso, che possiamo desiderare il bene e il bello in una convergenza al di sopra di tutto, sempre più intermedia nella nostra esistenza a comporre la speranza cui si appella Goffi, senza illusioni estetiche né elogi soggettivi che andrebbero a significare che non è arte e non c’è l’artista. In questi istanti letterari ravvisiamo lo scrittore, quando fa sua l’espressione di Bertolt Brecht sul far confluire tutte le arti nell’arte più grande di tutte: quella di vivere, e quando palesa la risolutezza di lasciare anche solo per un momento i pennelli e la sua tavolozza per essere strumento di un’idea che sia tema di facoltà nel giardino delle opportunità, pur in un paese che si è impoverito culturalmente. In fondo basta averne la consapevolezza, ed Ettore Goffi l’ha, perché ragiona fuori da imposizioni e limitazioni, soprattutto in quel ritorno a casa, nella dimora in cui abbracciare non l’intenzione di Kant ma la realizzazione di Hegel, nell’impegno morale da versare al vero oltre il dominio di balzelli pseudo culturali, almeno nell’accostare il pensiero all’esperienza artistica, e se questa bellezza “dischiusa” non salverà il mondo come nei desideri di Dostoevskij, forse basterà a salvare l’arte.
Posted on Marzo 5, 2017
I miei saggi e articoli pubblicati ad oggi
Ettore Goffi, La bellezza dischiusa, Prinp Editore, Torino, 2015
Ecco l’esordio dei miei saggi e articoli sull’arte:
Webzine n. 3 giug. 2013 Comunicare bellezza: la responsabilità dell’artista “Sulromanzo” 2013
“Matrimonio”, Osservatore Romano, Anno CLI n. 276 (45-921), 30 novembre 2011, pag. 4
Ettore Goffi, … infinito tu, infiniti noi, Pagnini Editore, Firenze, 2011: una metafora del mio viaggio interiore attraverso una selezione ragionata della mia pittura e una micro opera originale inclusa, le stesse che si trovano in natura
A seguire, invece, i miei saggi e articoli di filosofia:
Pubblicazione dell’ intervenuto nel congresso internazionale “REVISION DE LA GUERRA CIVIL ESPANOLA” tenuto a Madrid nel 1999, in atti pubblicati a Madrid, nel 2002, con il titolo: “El orteguismo durante la guerra civil: Manuel Garcia Morente.”
“Mistica e filosofia in Manuel Garcia Morente”, Rivista di Ascetica e Mistica, N. 1, San Marco, Firenze, 1996.